Contabilità industriale e marginalità di prodotto: sappiamo valorizzare tutti i costi e calcolare la vera marginalità del nostro prodotto?

In questo periodo dell’anno gli imprenditori sono occupati nella chiusura del bilancio fiscale, con tutti gli annessi e connessi, mentre al fisco, non ce ne vogliano i commercialisti per questa semplificazione, interessa soprattutto la bontà dell’ultima riga per il calcolo delle imposte.

E la contabilità industriale?

Con questo quesito provocatorio vogliamo porre l’attenzione su alcuni aspetti che rischiano di essere colpevolmente trascurati: sono state eseguite le analisi di marginalità di prodotto, di servizio o di commessa? E le analisi dei costi industriali, dei costi generali e della loro effettiva incidenza rispetto alla marginalità del prodotto?

La contabilità industriale è una materia trasversale alle varie aree aziendali ed è qualcosa di diverso dalla contabilità generale - quella ordinaria - che segue obbligatoriamente le regole fiscali.

La contabilità industriale è un vestito fatto su misura per l’azienda: parte dai dati contabili ma poi li classifica, li raggruppa, li rettifica e li elabora con l’obiettivo ultimo di rendere alla Direzione e alla Proprietà una visione della redditività aziendale - espressa in numeri, percentuali, indicatori - che sia il più reale e lucida possibile.

Abbiamo citato la marginalità di prodotto, di servizio o di commessa: approfondiamo ora la questione dei costi.

Per molte aziende il costo di prodotto ha un buon grado di precisione se ci si limita alla valorizzazione dei suoi costi diretti come la materia prima, le lavorazioni esterne e la manodopera. Lo stesso però non si può dire se consideriamo tutti gli altri costi aziendali, anch’essi incidenti - e spesso in maniera importante - sul costo di prodotto: i cosiddetti costi indiretti. Questi possono essere poi meglio ripartiti tra di produzione, generali, commerciali, di ricerca e sviluppo, finanziari e così via.

  • Qual è la quota-parte dei costi indiretti che il prodotto assorbe e che quindi dobbiamo necessariamente farmi coprire dal mercato?

  • In che modo ogni prodotto contribuisce alla redditività aziendale?

 In altre parole, la contabilità industriale vuole rispondere alla domanda da un milione di dollari: quanto margino effettivamente su ogni mio prodotto?

 Se hai trovato interessante quello che hai appena letto e hai interesse ad approfondire, scopri come possiamo aiutarti a gestire la contabilità industriale.



Tips&Tricks

Come funzionano davvero le mail?

I cinque elementi per migliorare l’efficacia della comunicazione

Se desideriamo che le mail di lavoro vengano lette e comprese, dobbiamo sempre tenere a mente cinque elementi chiave.

1.    L’oggetto
Specificate con chiarezza nell’oggetto di cosa andrete a parlare nel corpo del testo. Evitate oggetti generici come Varie oppure Ciao anche quando si ha confidenza o un rapporto d’amicizia con il destinatario.

2.    Il tono colloquiale
Il ciao è consentito solo se - con quel collega - ci siamo già accordati per darci del tu. Se riveste un ruolo importante ed è il caso di mantenere una certa distanza, è consigliato utilizzare i più tradizionali Signor/Signora, Dottor/Dottoressa, Ingegner, ecc.

3.    I destinatari
Non abusate degli indirizzi in copia conoscenza: mandate la mail solo al diretto o ai diretti interessati ed eventualmente alle persone che saranno necessariamente coinvolte nella vostra richiesta.

4.    Il saluto
Al termine di una mail, se al collega si dà del lei, è bene porre i dovuti ringraziamenti (es. La ringrazio per la sua attenzione) e concludere poi con formule come distinti saluti o cordiali saluti.

5.    La firma
Firmate sempre la mail e scrivete il vostro nome per esteso: evitate di utilizzare solamente il vostro nome di battesimo. Sfruttate le firme preimpostate per vostra comodità.

Alla prossima per nuovi consigli su come redigere mail di lavoro efficaci.

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