Servitization: un’opportunità di crescita affiancando i servizi alla produzione

Le imprese a vocazione manifatturiera, se oggi vogliono restare competitive e rispondere alle esigenze dei potenziali clienti, sono tenute a guardare oltre la semplice produzione di beni per abbracciare nuovi modelli di business orientati ai servizi. La Servitization potrebbe essere una di queste opportunità: un’evoluzione strategica in cui le aziende non solo producono e vendono, ma integrano servizi capaci di generare valore aggiunto, fidelizzando i clienti esistenti e raggiungendone di nuovi.

Adottare un modello di Servitization significa ridefinire il proprio approccio al mercato, sfruttando tecnologie e competenze interne per trovare soluzioni che rispondano in modo proattivo ai bisogni dei clienti. Questo cambiamento, tuttavia, richiede sia una visione strategica, sia il giusto supporto per ridisegnare i processi e valorizzare le risorse umane.

Il cuore della Servitization consiste nella capacità di fidelizzare il cliente attraverso l’integrazione di beni e servizi. Ad esempio, offrire assistenza tecnica o manutenzione predittiva sui prodotti venduti crea un rapporto continuativo con il cliente, aumentando la fiducia e rafforzando la relazione. Non si tratta solo di rispondere alle esigenze attuali, ma anche di anticipare i bisogni futuri, offrendo soluzioni che semplificano la gestione e migliorano le performance.

Integrare i servizi all’interno del proprio modello di business consentirebbe inoltre alle imprese di diversificare le entrate. In aggiunta, le aziende potrebbero valorizzare al meglio le proprie competenze, sfruttando tecnologie come l’IoT o i big data per offrire monitoraggi da remoto, consulenze personalizzate o soluzioni pay-per-use. Questi servizi non solo creano valore per il cliente, ma – in perfetta filosofia lean – promuovono anche una maggiore sostenibilità, favorendo un uso più efficiente delle risorse.

Un esempio? Immaginiamo una PMI specializzata nella produzione di componenti metallurgici per il settore automotive. Questa potrebbe ampliare il proprio modello di business offrendo ai clienti un pacchetto di servizi aggiuntivi che includa il monitoraggio remoto dei componenti attraverso sensori IoT, in grado di segnalare in tempo reale la necessità di manutenzione, oppure potrebbe proporre un servizio di consulenza tecnica per ottimizzare l’uso dei componenti nei processi produttivi del cliente e corsi di formazione per il personale tecnico del cliente, migliorandone le competenze e riducendo i tempi di fermo macchina. Quello che serve è la cosiddetta visione laterale.

Grazie a questa integrazione, l’azienda non solo migliorerebbe la propria posizione competitiva, ma aumenterebbe anche la soddisfazione dei clienti, fidelizzandoli nel lungo termine. E generando nuovi flussi di reddito.

I consulenti B-Space possono accompagnarti nel percorso di Servitization, analizzando le opportunità di mercato e progettando insieme modelli di business innovativi che combinano prodotti e servizi. Possono lavorare fianco a fianco per formare il personale, ottimizzare i processi e adottare tecnologie che facilitano la gestione e l’erogazione dei servizi. In B-Space crediamo nell’importanza di valorizzare il potenziale – umano e strumentale – di ogni realtà, eliminando gli sprechi e massimizzando la produttività.

Se stai pensando a come trasformare la tua azienda per rispondere alle esigenze di un mercato in continua evoluzione, siamo pronti ad accompagnarti in ogni fase del percorso, aiutandoti a progettare e implementare soluzioni su misura.


Tips&Tricks

Quanto conta avere consapevolezza della propria cultura aziendale?

La cultura aziendale è un insieme di valori, caratteristiche, politiche interne, attitudini che rende un’azienda unica, con un’identità ben specifica, riconoscibile e diversa dalle altre.

Semplificando, si potrebbe identificare la cultura aziendale anche con il clima aziendale, che in realtà non è altro che l’evidenza esterna di una serie di dettami valoriali più profondi e quindi non facilmente visibili da fuori. Ogni azienda possiede una sua specifica cultura che, secondo Edgar Schein, professore emerito del MIT, è l’insieme di tre principali assunti di base:

1. Artefatti
Livello del fisico e del visibile
L’organizzazione si esprime anche attraverso le cose. Pensiamo a che tipo di cultura c’è dietro ad un’azienda dove esiste il parcheggio o il ristorante ad uso esclusivo dei dirigenti e come è invece diversa la cultura di un’azienda dove tutti i dipendenti – dirigenti o no – hanno sale relax e mense accoglienti.

2. Valori
Livello del detto esplicito
Nelle pagine del “Chi siamo” dei siti internet, sono spesso indicati i diversi valori, la mission e la vision, il purpose etc. In questo livello rientra anche la comunicazione interna aziendale e tutto ciò che ha l’obiettivo di creare senso di appartenenza per i collaboratori e le collaboratrici e engagement per i possibili nuovi collaboratori.

3. Assunti
Livello profondo e del non detto
Si tratta di tutte quelle situazioni valoriali che non hanno bisogno di essere espresse per influenzare l’organizzazione. Sono le norme che regolano l’azione dei dipendenti di cui gli stessi membri sono spesso inconsapevoli, tanto sono radicate.
Quest’ultimo livello, proprio perché difficile da riconoscere, è anche il più complesso da modificare, ma è anche quello che fa la differenza maggiore tra un’azienda ed un’altra.

Valutare e decidere di modificare nel tempo la cultura aziendale, ove non funzionale all’efficienza e/o all’efficacia aziendale, è un lavoro complesso, che richiede tempo e dall’esito non sempre prevedibile.

Anche quando non si ragiona sulla cultura aziendale, non significa che essa non ci sia: all’interno di un’organizzazione di persone, la cultura della stessa esiste sempre, il punto è comprendere se tale livello valoriale sia riconosciuto dai suoi collaboratori e se sia condiviso dagli stessi.

La grossa sfida è unire i valori aziendali con i valori delle persone che vi lavorano, rendendo l’ambiente favorevole al business e al benessere delle persone che vi lavorano.

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Sostenibilità aziendale: un percorso di crescita, visione e responsabilità

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Quando la sinergia tra Coach aziendale e Consulente in controllo di gestione è artefice di valore: il caso Viridiana