Il ruolo del configuratore in azienda: efficienza e flessibilità
Negli ultimi 100 anni le Aziende manifatturiere sono passate dal seguire il Fordismo con produzione di prodotti standard ad Aziende che devono seguire sempre di più le tendenze del mercato e soprattutto le volontà dei clienti finali.
Accontentare i clienti significa dall’altra parte una maggiore complessità di gestione, garantendo sempre una vasta gamma di soluzioni con tempi di consegna sempre più ridotti. Per questo motivo sono necessari strumenti software che fin dalla fase di offerta supportino le imprese, come il configuratore.
Il configuratore non solo 1. risponde in modo più dinamico e flessibile al cliente ma 2. semplifica anche le attività di vendita, progettazione e produzione dell’azienda. Infatti, tramite un sistema di vincoli commerciali e tecnici si evitano scelte che potrebbero portare a un prodotto non funzionante e scelte con quantificazioni economiche errate.
Il configuratore risulta utile anche per:
· Gestire gli optionals e le varianti
Le aziende che offrono prodotti complessi e con molteplici varianti (ad esempio, componenti meccanici, macchinari, dispositivi elettronici) possono beneficiare di un configuratore che gestisce in modo fluido la variabilità del prodotto. Il configuratore è infatti abile nel combinare moduli standard con opzioni personalizzabili, evitando costi eccessivi di progettazione e produzione.
· Generare automaticamente la documentazione di produzione
Per i reparti produttivi è fondamentale conoscere la configurazione di un prodotto o commessa in modo da assemblare esattamente ciò che è richiesto da cliente, un classico documento generato dal configuratore è la scheda prodotto che dettaglia sinteticamente ogni richiesta fuori standard del cliente.
· Creare BOM e disegni tecnici
Attraverso la configurazione passo a passo del prodotto in fase di offerta è possibile sfruttando archivi già creati in precedenza, creare BOM (bill of materials – distinte base) e disegni tecnici di assiemi e sottoassiemi.
· Generare controlli qualitativi
A seconda della configurazione si possono in fase preliminare stilare i diversi controlli qualitativi e linee guida che dovranno poi seguire i processi a valle per garantire le caratteristiche scelte.
Concludendo, un configuratore aziendale è uno strumento versatile che può portare notevoli benefici all'azienda e al suo cliente. Tuttavia, la scelta e l'implementazione del giusto configuratore richiede un’analisi approfondita delle esigenze dell’azienda e su questa attività B-Space con i suoi consulenti può trasmettere il proprio know-how acquisito durante l’implementazione di tale sistema in numerose realtà manifatturiere.
Tips&Tricks
Coach/formatore/consulente: ci sono differenze?
[Spoiler] Sì!
Molte organizzazioni ci chiedono se per realizzare una determinata attività sia più efficace incaricare un coach, un formatore o un consulente, o addirittura se non siano professioni assimilabili. Naturalmente, non sono simili. Anzi, la scelta di un tipo di professionista rispetto ad un altro determina l’efficacia o meno della risoluzione del problema.
La scelta tra un coach, un consulente o un formatore dipende innanzitutto dalle esigenze della azienda e dall’obiettivo che vuole raggiungere, così come dal percorso che vuole seguire per raggiungerlo.
Dopo aver analizzato il coach e il consulente, oggi chiudiamo la nostra mini-rassegna dedicata al racconto relativo all’ultima figura, al fine di comprendere meglio le caratteristiche e le specificità di ognuna nell’influenzare lo sviluppo organizzativo.
IL FORMATORE
Il formatore è una persona che conosce bene una materia utile ad una organizzazione e che condivide informazioni e best practice su quella materia all’organizzazione stessa.
Il suo compito è quello di trasferire informazioni sulle materie di cui ha conoscenza, per poi favorirne l’applicazione e migliorare le performance aziendali.
A differenza del coach, il formatore non guida la persona nel processo che porta ad acquisire una competenza né, a differenza del consulente, elargisce consigli o fornisce una soluzione al caso specifico aziendale. Il compito del formatore è essenzialmente quello di divulgare e di condividere determinate informazioni derivanti dai suoi studi e dalla sua esperienza.
Sta poi all’azienda comprendere e approfondire come applicarle per ottenere un vantaggio.
Ma allora, per raggiungere i risultati aziendali preposti, è meglio rivolgersi a un Coach, un Consulente oppure un Formatore?
La risposta, come avrete già probabilmente immaginato, è che dipende dal caso specifico e dalle specifiche esigenze aziendali.
Se si pensa di avere necessità di una persona che guidi l’azienda verso un obiettivo, allora un coach probabilmente è più adatto perché seguirà il collaboratore in ogni fase del percorso.
Se si ha bisogno di un consiglio su una questione specifica, il consulente esperto di quell’ambito potrebbe garantire migliori risultati.
Se si ha necessità di conoscere nel dettaglio alcune questioni tematiche per poi trasferirle all’interno del proprio contesto organizzativo, allora meglio incaricare un formatore.