PMI e sistemi di Business Intelligence. È possibile raccogliere e analizzare tutti i dati che ogni giorno vengono prodotti dal nostro lavoro e utilizzarli per decisioni strategiche?

Anche nelle PMI, è sempre più frequente la proposta di implementare sistemi informativi di Business Intelligence (BI). Questa tendenza può essere considerata una diretta conseguenza della digitalizzazione dei processi e del crescente volume di dati che le aziende hanno oggi a disposizione grazie ai sistemi gestionali.

Ma cos’è la Business Intelligence?

Con Business Intelligence si intendono tutti i processi e gli strumenti attraverso i quali un'azienda riesce a raccogliere dati di diversa natura per analizzarli e trarne decisioni ai fini strategici.

Ogni giorno le aziende e le organizzazioni producono una quantità elevatissima di dati che, di fatto, vengono usati solo parzialmente rispetto alle loro potenzialità.

In altre parole, la BI rappresenta una componente del sistema informativo aziendale che agevola il processo di elaborazione di questi dati e il loro utilizzo ai fini delle indicazioni di performance.

Da un punto di vista organizzativo, possiamo affermare che il sistema azienda può essere diviso in due parti: il sistema direzionale e il sistema operazionale. Il primo definisce gli obiettivi da raggiungere, controlla i risultati e decide le azioni correttive; il secondo svolge le attività esecutive. Questi due sistemi, imprescindibili l’uno all’altro, interagiscono in uno scambio continuo di dati e informazioni: la Business Intelligence è quello strumento che ne permette la sintesi, in supporto poi alle decisioni.

La bontà dei dati in output, ovvero di quelli resi dalla Business Intelligence, è strettamente correlata sia alla bontà dei dati in input immessi negli ERP aziendali, sia all’efficienza dei processi aziendali: la BI renderà dati attendibili solo se l’organizzazione presenta flussi efficienti oltre a gestire e immettere dati quantitativamente e qualitativamente buoni.

Gli strumenti di Business Intelligence sono software che si occupano della raccolta, integrazione, analisi, interpretazione – data mining – e presentazione di informazioni per la gestione del business. Nelle PMI, i più diffusi elementi di Business Intelligence sono le analisi statistiche, le analisi previsionali o forecasting, i cruscotti di indicatori o dashboard, e la reportistica in generale.

I cruscotti di indicatori, ad esempio, rappresentano uno dei risultati del processo di elaborazione dei dati: fanno parte del reporting aziendale e consentono di presentare dati e informazioni concernenti l’organizzazione in modo aggregato o dettagliato, con rappresentazioni grafiche, sintetiche ed interattive.

Permettono la condivisione e il monitoraggio in tempo reale delle informazioni derivanti dai dati frutto delle attività operative, quotidiane aziendali.

Nelle dashboard sono riassunti i cosiddetti KPIKey Performance Indicator, ovvero gli indicatori strategici di performance – dei quali sono riportati, in maniera sintetica e di facile lettura, i valori storici, attuali e previsionali. 

Se pensassi di costruire una dashboard per la tua azienda, quali sarebbero i primi indicatori che vorresti calcolare?


Tips&Tricks

Focus su La profezia auto-avverante

È ormai chiaro che noi stessi creiamo la qualità della nostra vita, con i concetti che usiamo per descriverla, proprio con i significati che assegniamo alle cose.

Il teorema di Thomas sostiene che «una situazione definita come reale da chi la vive, diventa reale nelle sue conseguenze». Da questo teorema deriva la famosa profezia che si auto-avvera di Watzlawick. In pratica, le nostre ipotesi, positive o negative che siano, tendono a realizzarsi grazie ai comportamenti interrelati che implicitamente sostengono.

Se dicessi quel lavoro non mi viene mai bene, più facilmente adotterò di conseguenza un atteggiamento non benevolo nei confronti di quel lavoro, partendo già disfattista. E quindi sarà facile che quel lavoro continuerà a non venirmi bene.

Possiamo quindi cercare di migliorare come descriviamo le cose della nostra vita, e metterle in positivo, in questo modo anche i comportamenti relativi alle conseguenze di quella descrizione saranno più facilmente favorevoli, e sarà statisticamente più agevole che otteniamo ciò che vogliamo ottenere.

A questo punto rimane solo da domandarci: qual è la tua profezia autoavverante che più spesso emerge nelle tue descrizioni della realtà?

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Un’autentica leva dello sviluppo aziendale: la formazione permanente

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La cultura del feedback nel “lean management”